I relitti glaciali e le rarità di origine alpina sui confini di Parma, Piacenza e Genova
Un percorso ad anello nella zona di testata tra l’Appennino piacentino, genovese e parmense con viste spettacolari ad abbracciare i paesaggi montani di Liguria ed Emilia-Romagna. Tra torbiere, relitti floreali alpini dell’ultima glaciazione e abeti millenari. Il tutto all’interno del preziosissimo Sito di Interesse Comunitario ““Monte Nero, Maggiorasca, La Ciapa liscia”. Il lago nero con le sue rarità geologiche e botaniche è la testimonianza di un circo glaciale di 100mila anni fa. E il Monte Nero con l’unica stazione di pino mugo dell’Appennino settentrionale. Luoghi di contrabbandieri e passatori, ricchi di storie e leggende.
Dal Passo ci si inoltra nella faggeta, vedendo i primi esemplari sparsi di pino mugo fino ad arrivare alla vetta del Monte Nero (1752 mt.) con vista a 360° sull’intero appennino circostante e sul sottostante Lago Nero. Attraverso la sella della Costazza si arriva con un ulteriore sforzo alla vetta del Monte Bue (1775 mt.), dove si pranza al sacco osservando il paesaggio della Liguria che si apre verso sud, con la possibilità nelle giornate limpide di vedere in lontananza il mare. Passando accanto al Bivacco Sacchi si scende alla Fontana Gelata per poi risalire verso le coste del Lago Nero e attraversare le spaziose torbiere durante il rientro verso il punto di partenza.
Il percorso prevede un breve tratto di tipo EE in cui servirà l’utilizzo prevalente delle mani per poter proseguire, che verrà affrontato con l’aiuto della guida.
LA GUIDA
DAVIDE GALLI
Guida Ambientale Escursionistica, abilitazione Regione Emilia-Romagna n° PR-006, iscritto al Registro Italiano Guide Ambientali Escursionistiche n° ER362. Operante ai sensi della L.4/2013, con Attestazione di Qualità ottenuta e assicurazione R.C.
Guida Turistica nazionale, abilitazione Regione Emilia-Romagna n° PR-147 e Guida del Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Presidente nazionale AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche).
Istruttore Corsi Base di Escursionismo e formatore nei corsi di formazione per G.A.E.
Esperienza pregressa di conduzione di diversi gruppi in autosufficienza totale, con specializzazione nei campi natura per adolescenti. Conduzione su itinerari di più giorni in Italia e all’estero. È stato per diversi anni accompagnatore volontario di associazioni escursionistiche appenniniche.
È uno dei fondatori del Gruppo Guide delle Valli del Taro e del Ceno.
Esperto di grafica e multimedia con esperienza trentennale, si occupa per diverse aziende nazionali e internazionali di comunicazione, anche per realtà del turismo con particolare attenzione a quello sostenibile e ambientale.
Durata
6 ore
Distanza
10 km
Dislivello
550 mt
Qualche immagine in anteprima
Equipaggiamento
Abbigliamento da escursionismo. Scarponcini con suola scolpita e alti alla caviglia. Zaino, felpa, giacca a vento e antipioggia. Felpa, calze di ricambio. Pranzo al sacco e acqua: almeno 1 L a persona.
Grado di difficoltà
Media di tipo EE
Cosa significa DIFFICOLTÀ MEDIA DI TIPO "EE"? Si tratta di itinerari, anche non riportati al suolo o in cartografia, che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su sentiero impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia o detriti). Terreno vario, a quote anche relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento ecc...). Possono presentare terreni aperti, senza continuità del piano di calpestio, con segnalazioni intermittenti o assenti. Sviluppano in zone poco o nulla antropizzate, dove l’attraversamento di corsi d’acqua può avvenire con guadi che possono presentarsi tecnicamente impegnativi specie dopo piogge abbondanti o in periodo di disgelo, dove è in genere difficoltoso trovare riparo dalle intemperie o chiamare aiuto in caso di infortunio e può non essere facile approvvigionarsi di acqua potabile e cibo e dove la percorrenza dei tratti boscati può implicare il ricorso anche non occasionale a strumenti di taglio a causa dell’intrico del sottobosco e dello stato di abbandono dei sentieri; possono occasionalmente presentare brevi concatenazioni di passaggi, anche esposti, in cui l’escursionista può essere costretto a far ricorso all’uso delle mani per mantenere l’equilibrio durante la progressione, come pure brevi concatenazioni di passaggi attrezzati con scalette e similari. Sono itinerari percorribili solo da escursionisti con buona esperienza, in ottime condizioni fisiche e ben allenati, che non soffrano di vertigini, che conoscano bene l’ambiente di svolgimento ed abbiano un’ottima padronanza delle tecniche di orientamento strumentale (bussola e/o Gps). Rimangono esclusi i percorsi su ghiacchiai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci, come pure le vie ferrate, perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso di attrezzature e tecniche alpinistiche per la progressione o per proteggere la stessa.
Segnalazioni particolari
Da Borgo Val di Taro PR, 1 ora circa: si percorre la SP4 fino a Bedonia, poi SP659R fino a Ponte Ceno dove si svolta a sinistra sulla SP81 per il Passo del Tomarlo, superato il quale con ulteriori 6 km sulla SP654 si arriva al Passo dello Zovallo.
Da Piacenza, 1 ora e 40 minuti circa: si percorre la SP654 Val Nure per 74 km fino al Passo dello Zovallo (16 km dopo il paese di Ferriere).