Due giorni sull'Alta Via dei Parchi
Ecco un’esperienza davvero unica in uno dei tratti più spettacolari del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. E’ un vero e proprio viaggio adatto per chi adora camminare nella natura imponente dei grandi spazi. Camminare per due giorni in questo ambiente vi farà comprendere a fondo i motivi che hanno fatto entrare l’Appennino Tosco Emiliano nella Rete delle riserve ‘Uomo e Biosfera’ MaB UNESCO.
Prima Tappa:
Partendo dal Borgo Medievale di Berceto si percorre un tratto della via Francigena per poi, in località Tugo, per poi abbandonarla in favore di un sentiero inedito e non segnato che conduce nella selvaggia Alta Val Baganza. Da qui si raggiunge facilmente il primo tratto del crinale che conduce attraverso spettacolari pascoli al Passo del Cirone, netto confine geologico e geografico dove iniziano le dure arenarie del crinale emiliano. Dopo aver raggiunto le praterie dei prati tavola, prenderemo un sentiero di mezza costa per evitare la risalita del Monte Orsaro e raggiungeremo le rive del Lago Santo e allo storico rifugio Mariotti, al centro di un’area di grande interesse naturalistico. Il Lago Santo è il più vasto bacino naturale di tutto l’Appennino settentrionale, ricco di trote e di salmerini è dominato dalle rocce della Sterpara.
Difficoltà percorso: “E” – Escursionistico.
Berceto (808 m)
Lago Santo parmense (1508 m)
DISLIVELLO: +1550 m / -850 m
TEMPO: 9 ore
Seconda Tappa:
La lunga tappa percorre l’intero “Crinale dei laghi”, un suggestivo susseguirsi di conche glaciali, creste rocciose, lastroni levigati e praterie; il severo ambiente d’alta quota è ingentilito da uno straordinario campionario di laghetti e da portentose fioriture per gran parte dell’estate. Sella Paitino Dalle rive del Lago Santo si sale fino al crinale alle falde del M. Marmagna dove inizia il percorso in cresta, molto panoramico ma faticoso per i continui saliscendi. Verso la Lunigiana precipitano costole rocciose e canali ripidissimi; sul lato emiliano i versanti sono invece più dolci, scendendo con avvallamenti e gradoni glaciali separati da creste e rupi fino alle vaste foreste che ammantano la Val Parma. Dopo aver costeggiato la boscosa valle della Riserva Statale di Guadine Pradaccio, istituita più di quarant’anni fa, si scorgono le Capanne di Badignana, vecchio alpeggio oggi adibito a bivacco che può rivelarsi utile in caso di maltempo. Più in basso del sentiero scorrono numerosi specchi d’acqua: il minuscolo Lago Bicchiere e, più lontano, il Lago Scuro e i Lagoni, incastonati nella faggeta ai piedi della Rocca Pumacciolo. Si raggiunge infine il M. Sillara (1859 m), la cima più alta del Parmense. I vicini laghi Sillara, appena sotto il crinale, sembrano sospesi nel cielo e nelle giornate limpide la vista spazia fino al Mar Ligure, alla Corsica e all’arco alpino; ma la veduta più impressionante è sulla sottostante valle del Bagnone, un abisso verde con le macchie chiare dei paesi situate quasi un chilometro e mezzo più in basso. Al Passo del Giovarello si inizia a scendere sul lato emiliano toccando il modesto Lago Martini, poi un ripido valloncello pietroso porta al Bivacco Cagnin; la discesa continua nel bosco, sfiorando il Lago Verde e giungendo alla diga del Lago Ballano, accessibile in estate anche lungo la stradina che sale da Trefiumi, in Val Cedra. Da qui si raggiunge Prato Spilla con una comoda passeggiata nella faggeta.
Un pulmino ci riporterà a Berceto dove, chi vorrà, potrà fermarsi per una pizza insieme.
Seconda tappa
Difficoltà E
Lago Santo parmense (1508 m)
Prato Spilla (1350 m)
DISLIVELLO: +1480 m / -1640 m
TEMPO: 8,30 ore
Difficoltà percorso: “E” – Escursionistico.
Equipaggiamento
Zaino con pranzo al sacco per il primo giorno. Borraccia o bottiglia per almeno 2 litri di acqua. Calzature alte meglio se impermeabili (tipo scarponi suola vibram o scarpe da trekking), abbigliamento da trekking da media montagna, mantellina impermeabile (o cerata), 3 cambi di maglietta e biancheria. Consigliati: crema solare, cappellino, cerotti anti-vesciche (tipo “Compeed”), guanti leggeri, bacchette da trekking, piumino leggero e guscio antipioggia). Al Rifugio Mariotti è necessario portare un sacco lenzuolo o un sacco a pelo per pernottare.
Grado di difficoltà
Media di tipo E
Cosa significa DIFFICOLTÀ MEDIA DI TIPO "E"? Itinerari che si svolgono su terreni di ogni genere, non necessariamente segnalati al piano di calpestio, ma chiaramente riportati in cartografia, ivi compresi quelli che presentano forte esposizione, svolgendo livelli e sviluppi sempre superiori a quelli di grado T; sviluppano in zone scarsamente antropizzate, dove l’attraversamento di corsi d’acqua può avvenire a guado, senza però che vi sia pericolo di essere trascinati dalla corrente in caso di caduta, o con l’utilizzo di “ponti tibetani” o passerelle assimilabili, dove è in genere difficoltoso trovare rapidamente riparo dalle intemperie o chiamare aiuto in caso di infortunio e spesso può non essere facile approvvigionarsi di acqua potabile e cibo. È percorribile anche da famiglie con bambini ed anziani, a patto che siano sufficientemente allenati e in ottime condizioni di salute, che non soffrano di vertigini, che siano equipaggiati in modo adeguato e specifico, che conoscano bene l’ambiente di svolgimento e siano in grado di orientarsi agevolmente usando la carta topografica e l’orientamento intuitivo.
Segnalazioni particolari
Va segnalata alle guide ogni esigenza particolare, allergia, condizione di salute, ecc…
Le guide si riservano di escludere, prima della partenza e della raccolta delle quote, chi non ritenessero idoneo per condizioni o equipaggiamento. Per la tutela della sicurezza della persona stessa e/o della sicurezza del gruppo.
In caso di motivata esclusione non sono previsti rimborsi di viaggi e di nessun altro tipo, se non l’eventuale quota di partecipazione versata, anticipi compresi.
Si chiede di avvertire il prima possibile in caso di rinuncia all’escursione.
I partecipanti sono tenuti a seguire le direttive degli accompagnatori, a non abbandonare il gruppo e il sentiero senza autorizzazione.